Donata Francescato
Secondo una ricerca commissionata da Greenpeace in Cina, Taiwan, Honk Kong, Germania e Italia, giovani e donne con reddito elevato comprano molti più vestiti di quanto gli occorra. Perché?
Questi giovani adulti fin dall’infanzia hanno utilizzato media che usano la pubblicità come primaria fonte di reddito, e i loro cervelli, dotati di ottimi neuroni specchio, hanno incorporato valori materialistici che spingono a ritenere che “quello che hai è quello che sei”. Possedere qualcosa è un modo per reinventare se stessi, per compensare la distanza tra l’autopercezione e come invece si desidererebbe essere. Questa discrepanza è presente anche in altre forme di disturbi psicologici, come il gioco d’azzardo, l’abuso di alcol, i disordini alimentari e sessuali, disturbi sempre più diffusi nelle nostre società liquide e ansiogene.
Quanto contano i social media?
I social usano annunci pubblicitari efficaci, perché le nostre interazioni producono una massa di dati sui nostri interessi, creando un circolo virtuoso per i proprietari dei diversi social che diventano sempre più ricchi. Intanto l’innovazione tecnologica e l’automazione tagliano molti posti di lavoro, aumentano i disoccupati, e coloro che non riescono a trovare un primo lavoro. Opposti estremismi politici e religiosi danno voce anche sui social agli esclusi e alle vittime di questi giganteschi cambiamenti in atto.
Ci sono segnali positivi?
Possiamo integrare innovazione e inclusione, da un lato mostrando che ci sono altre strade per raggiungere un’identità positiva e benessere relazionale oltre il possesso di “cose”, e sviluppando maggiormente un’economia sociale di mercato. Quello che vediamo trasforma chi siamo, per ottenere i cambiamenti desiderati abbiamo oggi a disposizione un immenso serbatoio di esperienze anche positive nei vari media.
Fare volontariato aiuta?
Le persone impegnate in attività di volontariato hanno più amici e sono più soddisfatte. E ora grazie ai social media si possono trovare informazioni su tutte queste associazioni e crearne di nuove.
Cosa possiamo fare per contrastare il shopping eccessivo?
Si potrebbero realizzare delle piattaforme per lo scambio di vestiti, sulle quali le persone si incontrano per scambiarseli facendo anche nuove amicizie. Dobbiamo anche evitare di comprare i prodotti delle aziende che usano sostanze chimiche pericolose.